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CORRERE NON FA MALE ALLA SCHIENA

Chi ama correre sa che questa attività umana diventa quasi una necessità sia fisica che mentale. Non ho usato il nome sport, perché non c’è nulla di più istintivo della corsa, come ci insegnano infatti i bambini che praticamente si muovono correndo più che camminando. Nei secoli scorsi l’uomo si spostava prevalentemente in questo modo. Tuttora esistono zone del mondo dove ci si muove velocemente e si cammina solo quando si è in un luogo chiuso; ad esempio negli altipiani del Kenia, in Amazzonia, in alcune zone dell’India. Questo preambolo mi serve a sfatare una frase che sento spesso, purtroppo a volte anche da addetti ai lavori. Correre fa male alla schiena. Evidentemente non può essere perché la corsa fa parte dei nostri schemi motori più naturali addirittura per alcuni autori il nostro corpo è strutturato più per essa che per camminare. Praticare il podismo farà invece diventare la nostra colonna più resistente e se ci sono delle algie le farà migliorare. Comunque bisogna considerare un altro aspetto. Una volta si viveva a piedi nudi su terreni sconnessi e questa abitudine per chi era in tenera età è esistita fino a pochi decenni fa. Quindi i problemi di appoggio erano praticamente sconosciuti. Chiaramente è fondamentale il modo in cui il piede si pone sul terreno. Esistono negozi specializzati dove con buona professionalità si cerca di consigliare le scarpe più adatte o delle semplici solette. Per difetti lievi si possono eseguire anche degli esercizi specifici. Nei casi più seri ci viene in aiuto l’esame baropodometrico per il controllo del passo e se è necessario correggere l’appoggio con dei plantari su misura. Altra raccomandazione ai runner è di fare un controllo della propria postura sia in statica ma anche e soprattutto durante il movimento perché correre bene vuol dire dividere il carico tra i punti del nostro corpo deputati a sostenerlo.
Chi è avanti nell’età e vuole intraprendere il footing non deve, come dimostrato dagli studi di Paul Williams, avere paura di usurare le articolazioni che invece tendono a sviluppare più resistenza strutturale. Un inizio di artrosi già presente al ginocchio o all’anca è invece da valutare costantemente ma non è necessariamente una controindicazione assoluta all’attività podistica, certamente è d’obbligo usare prudenza e sapersi gestire.

T.d.r. Francesco Alicata

 

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